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Skateboarding, test per Mazzara: “Stavolta voglio presentarmi ai Giochi Olimpici nelle condizioni ideali”
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A Tokyo 2020 ha debuttato, a Parigi 2024 vuole stupire. Al Centro di Preparazione Olimpica del CONI ‘Giulio Onesti’ di Roma, lo skater Alessandro Mazzara è stato sottoposto ad una serie di test per il monitoraggio dell'allenamento e la valutazione della forza muscolare degli arti inferiori: le prove, effettuate con lo staff dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI, sono fondamentali per programmare le attività dei prossimi mesi in vista degli ultimi appuntamenti di qualificazione olimpica.
“Ho cominciato a fare skateboarding per caso – racconta l’azzurro –. Abito vicino allo Skate Park Cinetown di Cinecittà, a Roma: un giorno mio padre mi ci portò, avevo 6 anni all’epoca, e rimasi affascinato. Da allora non ho più smesso”.
Di anni ne sono passati 13 e la sua disciplina è diventata una realtà: “Oggi lo skateboarding è uno sport a tutti gli effetti. Quando iniziai non avevo una routine atletica, adesso invece ho un team di persone che mi aiutano a dare il massimo. Mi alleno la mattina in palestra e il pomeriggio in skate, oppure ci sono giornate in cui faccio due sessioni in skate. Devo seguire uno stile di vita sano: mangiare bene, andare a dormire presto e tanto altro”.
Nato ad Erice, in provincia di Trapani, Mazzara vive da sempre nella capitale ed è all’ultimo anno di liceo artistico. Quando lo skateboarding è entrato nel programma olimpico (proprio a Tokyo due anni fa il debutto a cinque cerchi) le sue prospettive sono cambiate: “Ero a cena a casa con mamma e papà quando sentimmo la notizia al telegiornale. Mio padre disse ‘Che opportunità!’. E non si riferiva solo a me. Si tratta di una grande chance per tutto il movimento, visto che parliamo di uno sport non molto conosciuto in Italia. Sono contento che negli ultimi anni siano aumentati gli skate park e i praticanti. Io quella sera per la prima volta mi resi conto di poter vivere di skate. Così ho cominciato un percorso con papà, che è un tipo molto sportivo e soprattutto è matto come me (ride, ndr). A un certo punto, inoltre, sono subentrati la Federazione Italiana Sport Rotellistici e il CONI”.
La fortuna non ha assistito Alessandro prima dei Giochi Olimpici in Giappone: “Due settimane prima di Tokyo 2020 mi sono fratturato il gomito destro. Un infortunio prima di una gara così importante è stato difficile da digerire. Poi in qualche modo ho recuperato e ho partecipato, arrivando 12°, a un’edizione particolare dei Giochi, chiusi dentro al Villaggio Olimpico e con i test da fare ogni giorno a causa del Covid. Sicuramente a Parigi sarà tutto più bello”.
Perché il pass non è ancora ufficiale, ma l’azzurro ha ottime chance di qualificarsi alla prossima olimpiade nella specialità del park: “Sono numero 15 del mondo e, considerando che saremo al massimo tre atleti per nazione in ogni specialità, alcuni davanti a me non vanno considerati. Per andare a Parigi devo chiudere tra i primi 20 (il ranking olimpico chiude il 24 giugno 2024, ndr): si può fare. L’obiettivo sarà poi arrivare all’appuntamento con una degna preparazione alle spalle e potendo contare al 100% sul mio fisico. Il sogno è una medaglia”.